sabato 27 ottobre 2012

Metropolis 1926


The Fritz Lang Masterpiece





martedì 16 ottobre 2012

Niente...

Non sono niente.
Non sarò mai niente.
Non posso voler essere niente.
A parte questo, ho dentro me tutti i sogni del mondo.



(Tratto da "La Tabaccheria", F. Pessoa)

I capolavori: Per qualche dollaro in più

Indio, tu il gioco lo conosci.





lunedì 15 ottobre 2012

Autopsicografia


Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.

E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.

E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore.


Fernando Pessoa

Il più bello dei mari


Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.


Nazim Hikmet
Nasce a Salonicco nel 1902. È amico di Neruda, allievo di Majakovkij. È capace di ridere e piangere,
di amare, di soffrire e di cantare. E cantava - racconta Neruda - prima piano e poi sempre più forte,
a squarciagola, per vincere la sua debolezza e rispondere ai suoi torturatori. Cantava in mezzo agli
escrementi delle latrine, dove lo avevano costretto a stare dopo averlo fatto a camminare fino all'esaurimento
delle forze. Oppositore del regime di Kemal Ataturk, è condannato a 28 anni di carcere (1938) con
l'accusa di incitamento alla ribellione perché ai cadetti della marina, che amano i suoi versi, piace leggere
l'"Epopea di Sherok Bedrettin", il poema sulla ribellione dei contadini del 1500 contro l'impero ottomano.

Per la sua liberazione, nel '49 firmano a Parigi, insieme a tanti altri, Sartre, Ricasso e Robeson.
Per la libertà si sottopone a uno sciopero della fame di 18 giorni, nonostante il cuore malato.
Esce dal carcere in seguito ad un'amnistia generale. Anche da libero è perseguitato: due tentativi
di ucciderlo e il servizio militare a 50 anni, malato. Privato della cittadinanza turca, deve rifugiarsi all'estero,
accolto con affetto ovunque; solo gli Stati Uniti gli negano il visto. Muore esule a Mosca nel 1963.